Da piccola non mangiavo nessun
tipo di verdura (tranne le patate, se si considerano come verdure).
Crescendo (mi vergogno a dirlo,
dai 16-17 anni in poi) ho iniziato con l’insalata, le carote e i pomodori.
Tutto rigorosamente crudo e senza condimenti.
Il passo successivo sono stati i
piselli, in umido come li fa mia mamma, con la pancetta e la salsa di pomodoro.
Dopo è stata la volta di zucchine
e melanzane, sia impanate e fritte (perché si sente poco la verdura), sia
gratinate in forno, sia alla griglia. Tra melanzane e zucchine preferisco senza
dubbio le zucchine.
I miei genitori hanno provato più
volte a farmi assaggiare le verdure, ma le avevo sempre rifiutate, non tanto
come sapore, quanto per il “viscido” in bocca. Quella sensazione proprio non la
sopporto, non lo faccio apposta, ma a volte mi vengono i conati di vomito, è
più forte di me.
Per questo motivo una volta che
sono arrivata in collegio ho iniziato a mangiare i passati di verdura: di
solito erano una volta alla settimana. Ho scoperto che mi piacciono!
Sempre in collegio ho assaggiato
per la prima volta in vita mia le carote lesse, i fagiolini, le zucchine
trifolate e forse qualcos’altro che al momento non ricordo. Ah sì, anche gli
spinaci lessi e le erbette. Però con quelle ho avuto una brutta esperienza e
dopo quella volta non mi ci sono più avvicinata. Era una sera, tra fine ottobre
e inizio novembre del mio secondo anno in collegio, terzo all’università. Ero
andata con una mia amica a provare un corso di step in una palestra del centro.
Non so se è stato perché ho sudato tanto quella sera, perché ho preso freddo
lungo la strada del ritorno o perché boh, sta di fatto che il giorno dopo le ho
rimesse tutte, sono stata male tutto il giorno.
Adesso che sono in appartamento
vado di passati di verdure a nastro, perché sono molto comodi, mi basta
riscaldarli un paio di minuti al microonde e la cena è pronta. Ho iniziato con
quelli di mia mamma: passato di fagioli, crema di funghi e crema di carote, poi
ho provato quelli pronti del supermercato. Lo so che i cibi pronti in scatola
non sono il massimo, ma almeno negli ingredienti non c’era tanta roba strana.
Ecco, la vellutata di zucca con panna non mi è piaciuta, l’ho trovata acida,
come se la panna fosse andata a male. Però le altre (verdure miste e verdure
verdi) erano buone. Poi è stata la volta di mia mamma: sono arrivate a casa un
sacco di zucche e per usarle ha iniziato a fare il passato: buono! Infine ho
iniziato a farlo anch’io. Ho comprato per la prima volta nella mia vita un
porro e un cavolfiore (a 24 anni suonati!) e con l’aggiunta di patate e carote
ho fatto il passato tutto da me. L’ho fatto 2 volte, variando un po’ gli
ingredienti. Ecco le ricette (non ci vuole un master in alta cucina, eh!).
Ricetta 1:
½ porro
-
½ cavolfiore
-
1 patata grande (ma proprio grande!)
Ricetta 2:
-
¼ porro
-
½ cavolfiore
-
2 patate medie
-
1 carota (anche questa grande)
Procedimento: lavare il porro e
tagliarlo a rondelle sottili. Mettere le rondelle in una pentola. Lavare il
cavolfiore, staccare tutti i rametti e metterli nella stessa pentola. Lavare e
pelare le patate e le carote, tagliarle a pezzi (patata: io l’ho tagliata a
metà nel verso più lungo, poi di nuovo a metà e poi a cubotti; carota: tagliata
a metà trasversalmente, poi ogni metà l’ho tagliata in 4 longitudinalmente e
poi a pezzi). Mettere anche questi nella pentola. Aggiungere acqua fino a
coprire le verdure. Salare (io ho messo la stessa quantità di sale che uso per
fare la pasta). Porre la pentola sul gas e lasciare cuocere finché le verdure
saranno morbide (io ho lasciato la pentola sul fuoco circa un’ora). Spegnere il
gas. Frullare con il frullatore a immersione (io ho aspettato che si
raffreddasse un po’, perché sul libretto di istruzioni del mio frullatore c’è
scritto di non usarlo con cibi bollenti o caldi). Eventualmente aggiungere un
po’ d’acqua se risulta troppo denso.
Ok, ho scritto tutto per filo e
per segno. Forse anche troppo. Ma è così banale che mi sono divertita a
scriverlo!
Io di solito mangio il passato di
verdure con i crostini di pane (anche se di solito non sono crostini, è pane
fatto a pezzetti e basta). Ieri, per la prima volta, ho aggiunto un cucchiaio
d’olio: il risultato è stato stupendo!
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